Cara/o Volontaria, Volontario
siamo ormai alla vigilia di Natale, all’inizio di quel periodo dell’anno caratterizzato dalla voglia di fare festa, di passare momenti di serenità con le persone a noi più vicine.
E’ spontaneo accostare questi giorni ad immagini di gruppi di famiglia dove traspare gioia e serenità ed è giusto che sia così; infatti, i ritmi giornalieri, gli stress cui siamo soggetti, gli stereotipi, che ci vengono trasmessi argutamente con messaggi subliminali, non ci fanno vivere con continuità momenti di serenità nei contesti familiari.
Auguriamoci allora di vivere i prossimi giorni nella serenità, riscoprendo i veri valori, le cose importanti, quelle che contano veramente: le persone, familiari, parenti, amici, vicini.
Ripensiamo, riscopriamo il significato della parola “persona”.
Nella probabile origine etrusca della parola si intendeva una maschera teatrale, poi prese il valore di “individuo” senza determinazione di sesso, “un corpo”. Nel tempo ha assunto e tuttora assume usi e significati diversi. Ma la definizione più compiuta, su cui dobbiamo riflettere, la troviamo nella sua accezione filosofica:
La persona è l’individuo umano in quanto è ed esiste, ossia intende e vuole, esperimenta e crea, desidera e ama, gioisce e soffre, e attraverso l’autocoscienza e la realizzazione di sé costituisce una manifestazione singolare di quanto può considerarsi essenza dell’uomo, nella sua globalità intellettiva e creativa, e come soggetto cosciente di attività variamente specificate (razionale, etica, ecc.): la dignità, il valore, la libertà, la creatività della persona umana.
E’ la sintesi dell’essere umano. Ogni essere umano per il solo fatto di essere, di esistere, di essere depositario di valore, di libertà di creatività.
Solo ripensare al significato della parola dovrebbe costringerci a rispettare la “persona”.
A maggior ragione noi, che con la nostra scelta di essere Volontari che dedicano la loro attività per svolgere i cosiddetti “servizi alla persona”, dobbiamo riscoprire il significato della parola. Ci assumiamo volontariamente un impegno verso la persona.
L’antropologa Margaret Mead ha identificato il primo segno di civiltà, non nelle armi, non nei tegami di terracotta, non nella pietra per macine, ma nel femore rotto e poi guarito. Quella persona non è diventata cibo per animali predatori perché non più in grado di difendersi, di andare al fiume a bere e a caccia per mangiare; un’altra persona si è presa cura di lei, le è stata accanto, le ha permesso di guarire.
Il servizio alla persona, il primo e il più alto segno di civiltà.
Pensando a questo è difficile capire certe cose: guerre, omicidi, femminicidi, violenze, sopraffazioni, angherie, bullismo, truffe, inganni e così via.
Solo un anno fa, in questo periodo, sottolineavamo la tragedia della guerra in Ucraina; ancora oggi continua e purtroppo, assistiamo ad un’altra tragedia di eccidio di persone.
Tuttavia, tanta è stata ed è la voglia di essere al servizio della persona che ci siamo inventati le società di mutuo soccorso. I volontari si sono organizzati, si sono associati ed oggi hanno ottenuto un peso non indifferente nel mondo sociale, come Terzo Settore, come Organizzazioni di Volontariato.
E’ stato tanto il coinvolgimento negli anni che, in realtà come la Toscana, siamo un elemento indispensabile nella gestione della Sanità e del Supporto Sociale.
Quest’ultimo anno per la nostra Associazione è stato particolarmente significativo per l’avvio di un processo che ci deve vedere coinvolti nello svolgimento di servizi alla persona che non siano solo trasporto ma anche supporto e sostegno per quei bisogni e necessità che spesso isolano e rendono emarginata la “persona”.
Riprendiamo con più entusiasmo e partecipazione quelle attività per le quali abbiamo deciso di essere volontari. Le persone ci aspettano, hanno bisogno di noi.
E’ impegnativo, ci costa sacrificio, ci è passata la voglia! E’ vero!
Non ci dimentichiamo, però, che la nostra attività è il primo e il più alto segno di civiltà.
L’anno che stiamo per iniziare è il cinquantesimo per la nostra Associazione.
Il primo pensiero è rivolgere un grazie a chi ci ha preceduto e che ha posto le basi per consentirci di crescere, ma poi dobbiamo rivolgere un grazie ed un incoraggiamento a proseguire a tutti noi. Come noi siamo quello che siamo per chi ci ha preceduto, chi verrà dopo di noi sarà quello che noi siamo oggi.
Grazie a tutti di essere Humanitas Firenze.
Buone Feste